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Brano dal carattere espressivo che si ispira al suono caldo del sassofono contralto. Il senso di spazialità, evocato nel titolo, si raggiunge attraverso l’uso di ampi intervalli e di un andamento ritmico che alterna continuamente movimento e stasi. Il brano si caratterizza per un movimento ondulante dato dalle figurazioni arpeggiate. Le note lunghe sono animate da movimenti dinamici e sfociano spesso in multifonici che ne snaturano la purezza. Nel suo procedere, variando continuamente, il brano diventa ritmicamente sempre più intenso, per poi calmarsi di nuovo e spegnersi con pochissime note nella parte finale.
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Il titolo prende spunto dalle iniziali del clarinettista Raffaele Bertolini, dedicatario del brano. Si ispira però anche al suo carattere acceso che può identificarsi con il colore rosso. Le cellule iniziali danno vita, tra pause e cluster, a linee che abbracciano attraverso salti continui tutta l’estensione dello strumento. Intervalli e figurazioni della musica balcanica si estendono in un gioco ritmico tra i vari registri. Una parte centrale, più riflessiva, ci fa scoprire invece altre sonorità e possibilità espressive di questo ricco strumento. I forti contrasti caratterizzano dunque tutta questa composizione.
Il brano fa uso della tecnica minimalistica del fasing per creare immagini caleidoscopiche di un unico oggetto che si trasforma nel tempo. Le tre parti, pensate per due manuali e la pedaliera dell’organo, procedono indipendentemente. Una figurazione introdotta e ripetuta in loop dal secondo manuale viene contrappuntata dalle altre due parti con la versione per aggravamento della stessa. Essa viene ripetuta e trasformata continuamente per tutta la durata del brano. Le sue trasformazioni ritmiche ed armoniche danno vita ad episodi dal carattere improvvisativo e un po’ jazzistico mentre gli sfasamenti ricordano ed evidenziano gli echi del suono nelle cattedrali. Dopo varie trasformazioni e dopo aver raggiunto un punto culminante nell’intensificazione ritmica, dinamica e armonica, la figurazione ritorna, se pur variata, nella sua versione iniziale. Ancora una volta viene contrappuntata dagli suoni lunghi e interrotti della sua versione per aggravamento mentre si avvia verso una malinconica estinzione sul pianissimo.
Duo movimenti contrastanti che svelano due anime diverse del clarinetto. Il primo movimento ha un carattere molto espressivo. Partendo dal registro grave dello strumento, le linee melodiche ondulanti si muovono indugiando su note lunghe e variano continuamente, passando attraverso diverse armonie e registri. La tensione accumulata trova sfogo nel punto culminante verso la fine del brano che dopo un momento di sospensione termina con un’ultima frase misteriosa, spegnendosi sul registro grave dello strumento. L’atmosfera cambia completamente nel secondo movimento dal carattere ritmico e molto energico. Abbiamo un moto continuo basato sul procedere di figurazioni con note staccate e di gruppi irregolari che si alternano di volta in volta con l’uso di alcuni effetti particolari come note di chiavi o di note che si trasformano gradualmente in rumore.
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